Luigi Ciotti nasce a Pieve di Cadore il 10 settembre 1945. L’ anno in cui l’Italia si libera del regime e si reinventa libera e democratica sulla base di nuove regole e nuove leggi a partire dalla Costituzione che verrà negli anni a seguire.
Luigi Ciotti fa del rispetto per la legalità il riferimento di una vita. È giornalista ed editorialista quando comincia a lavorare negli istituti di pena minorili. Poi nel 1972 viene ordinato sacerdote.
Il suo impegno pubblico comincia nel 1966, anno in cui fonda il Gruppo Abele, l’organizzazione che combatte la droga all’interno delle carceri minorili. Nel 1986 Don Luigi Ciotti diventa il primo presidente della Lega italiana per la lotta contro l’AIDS.
Il 25 marzo del 1995 fonda Libera, Associazioni, Nomi e Numeri contro le mafie che lotta contro le mafie appunto per la costruzione di un’identità civile basata sulla giustizia e sulla legalità.
Qualche mese fa Don Ciotti era ospite alla trasmissione “Vieni via con me” dove ha letto un elenco si cose che secondo lui significano legalità, tra queste c’era la parola co-responsabilità. Mi aveva colpito il modo in cui con un semplice suffisso Don Luigi avesse messo in luce il carattere sociale della responsabilità: in effetti è difficile essere responsabili da soli, ovvero senza pensarsi dentro a una collettività, senza avere dentro di sé il sentimento profondo dell’appartenenza sociale.
Ho deciso di dedicare questo post di inizio anno a Don Ciotti perché proprio oggi ho iniziato a scrivere sulla mia nuova agenda 2011 che mi ha regalato Marina qualche mese fa. È l’agenda di Libera, l’associazione di cui ho scritto qualche riga più sopra. Nella prima pagina c’è una dedica di Don Ciotti che mi sembra legata al filo che tiene insieme questo blog: è per questo che la riporto per intero qui. E sottoscrivo e giro a tutti coloro che come me iniziano in questi giorni l’agenda di un nuovo anno lo stesso potente augurio di Don Ciotti!
“Agenda” significa “cose che devono essere fatte”. auguro a chi prenderà in mano questa, di agenda, di non fermarsi però al senso del “dovere”.
Perché il lavoro sui beni confiscati alle mafie, i percorsi educativi nelle scuole, le reti d’impegno contro il racket, la cura nell’informare e la e la presenza al fianco dei familiari delle vittime, non sono obblighi da sbrigare . Sono scelte consapevoli di vita, assunzioni di responsabilità che indicano un futuro da realizzare e non un presente da lasciarsi alle spalle, e che devono accompagnarci ogni giorno dell’anno.
Atti che rendono la vita – la nostra e quella degli altri – libera dai condizionamenti, dalla paura, dalla rassegnazione. E che ci fanno guardare con maggiore speranza agli obiettivi del nostro cammino: la dignità e la libertà delle persone”.
Don Luigi Ciotti, presidente di Libera